La mia scultura evoca l’atmosfera creative e la profondità di emozioni e sentimenti che spesso è intrappolata all’interno del “guscio” del corpo di persone che convivono con la disabilità. la luce che brilla attraverso le maglie e decora le superfici all’intorno rappresenta l’abilità di molte persone malgrado come possano essere visti dal di fuori.
Mi sono ispirata alla storia di un regista irlandese a cui cinque anni fa era stato diagnosticata la SLA. Malgrado fosse completamente paralizzato e capace soltanto di comunicare con gli occhi, ha recentemente diretto il suo primo film di fantasia, Il Mio Nome è Emily.